Parole lasciate cadere. L'arte del Rakugo
Bologna, 26 ottobre ore 17:00
Conferenza-dimostrazione sul teatro di narrazione giapponese rakugo con il maestro Ryûraku Sanyûtei - Ingresso libero
Organizzazione: CSAEO, in collaborazione con
Nipponica, Associazione Culturale
Iroha, Dipartimento di Musica e Spettacolo-Università di Bologna.
Con il sostegno di Ryōwa Diamond Air Service Co. Ltd. (Tokyo).
Il Maestro Ryûraku Sanyûtei è uno dei massimi interpreti viventi di rakugo. Riscuote grande successo di pubblico e critica in Giappone e all'estero proponendo da anni i suoi spettacoli in tournée internazionali.
Seduto su di un cuscino al centro del palco, racconta storie esilaranti con l'uso di un ventaglio (sensu) e di un piccolo asciugamano rettangolare (tenugui). Le storie comprendono dialoghi fra più personaggi: per distinguerli l'interprete cambia il tono della voce e muove il capo.
Le storie sono introdotte da un breve monologo improvvisato e terminano con una battuta finale (ochi).
Il termine rakugo ("parole lasciate cadere") è attestato per la prima volta nel 1787, ma si è diffuso soltanto durante l'epoca Meiji (1867-1912) ed è divenuto di uso comune nel XX secolo in epoca Shōwa (1926-1989).
Benché sia difficile fissarne con precisione la nascita, è accertato che il teatro rakugo ebbe origine nel Giappone medievale, presso le corti dei daimyô (grandi feudatari): questi ospitavano alla loro corte attori, che li intrattenevano raccontando storie divertenti.
Nel XVII secolo gli attori erano chiamati hanashi-ka ("narratore di storie"), termine che corrisponde all'odierno rakugo-ka ("persona che lascia cadere le parole"). L'usanza di concludere il monologo con una battuta forse deriva dai kobanashi, brevi racconti comici con battuta finale (ochi), di gran voga fra XVII e XIX secolo, con persone del popolo come protagonisti.
Come in molte altre arti tradizionali giapponesi, anche nel teatro rakugo gli interpreti imparano direttamente dal proprio maestro, senza ricorrere a libri o manuali: ancora oggi tutto il repertorio viene tramandato oralmente di generazione in generazione. Soltanto dopo molti anni di pratica l'allievo – se ne è degno – può ereditare il nome del maestro e diventare maestro a sua volta.
Lo spettacolo sarà preceduto da un'introduzione; il maestro Ryûraku Sanyûtei fornirà informazioni sulle modalità della performance e fornirà una dimostrazione, composta da brani in italiano e brani in cui unirà giapponese e italiano.
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti
Teatro-Laboratori DMS - Via Azzo Gardino, 65a - Bologna