History

THE HISTORY OF CSAEO


La tradizione artistica orientale ha una storia plurimillenaria e per continuità, ricchezza, varietà e qualità può sostenere il confronto con la tradizione artistica occidentale. Eppure i programmi delle scuole italiane si ostinano ad ignorare l'esistenza delle grandi civiltà asiatiche come se esse non avessero mai conosciuto una filosofia, una letteratura, un'arte, una scienza degne di essere prese in considerazione. E questo nonostante il fatto che in certi periodi, come ad esempio i nove secoli che intercorrono tra il VII e il XV secolo d.C., un paese come la Cina avesse raggiunto livelli di sviluppo economico, sociale, culturale nettamente superiori a quelli europei. Questa deprimente condizione di ignoranza non riguarda solo il comune cittadino ma anche coloro che si considerano l'élite culturale del paese.
Himeji castle (photo by I. Mazzoni)

Purtroppo l'ignoranza, il disinteresse e, nei casi migliori, il pressapochismo caratterizzano spesso l'atteggiamento della classe intellettuale italiana nei confronti delle civiltà orientali. La situazione per fortuna è cambiata negli ultimi tempi per quanto riguarda il settore della letteratura: sempre più spesso infatti vengono pubblicate ottime traduzioni italiane, condotte direttamente sui testi originali. Nel campo degli studi di storia dell'arte invece le carenze informative e strutturali si fanno ancora sentire pesantemente, rendendo difficile agli studenti e agli studiosi l'acquisizione degli strumenti idonei ad affrontare uno studio specialistico dei diversi settori dell'arte orientale.

Il mio primo contatto con l'arte orientale risale al 1962, quando ebbi occasione di vedere un libro illustrato di pitture a inchiostro giapponesi. Quelle immagini, così diverse dalle opere d'arte che conoscevo ed amavo, ma non per questo estranee o incomprensibili, mi colpirono profondamente facendomi intuire l'esistenza di un universo artistico di un interesse, di un'ampiezza e di una complessità insospettati.

Da quel momento ha avuto inizio la mia passione per l'arte estremo-orientale, una passione che non ha fatto che crescere con gli anni spingendomi in un primo momento a cercare i pochi testi sull'argomento allora reperibili a Bologna e poi ad esplorare le biblioteche ed i musei italiani ed europei, alla ricerca di nuovo materiale bibliografico e, soprattutto, di un contatto dirette con le opere d'arte. Ricordo il senso di gioia provato nell'ammirare per la prima volta dal vivo le stampe giapponesi del museo Chiossone di Genova, l'esperienza di una bellezza assoluta davanti alle ceramiche cinesi Song del museo Guimet, la profonda emozione nel vedere da vicino e quasi toccare le pitture cinesi del Oestasiatiska Museet di Stoccolma. Nel 1980 ho avuto la possibilità di soggiornare per più di un anno a Kyoto, città di una ricchezza artistica incomparabile, che mi ha affascinato e dove sono tornato spesso in seguito, trascorrendovi complessivamente dieci anni. Mentre avevo la fortuna di vedere sul posto l'architettura dei templi, dei santuari, dei castelli, i grandi cicli decorativi monocromi o vivacemente colorati su uno sfondo dorato, la statuaria buddista, che annovera capolavori della scultura universale, l'infinita ricchezza e varietà dei giardini, sentivo crescere in me il desiderio di far conoscere in Italia questo straordinario patrimonio artistico.

Tornato a Bologna nel 1982 cominciai a progettare con l'amico Giuliano Bernati, appassionato cultore di storia dell'arte e in possesso di una ricca biblioteca sull'argomento, la creazione di un centro aperto al pubblico dove raccogliere i nostri fondi librari e promuovere la conoscenza dell'arte estremo-orientale.

Finalmente nel giugno 1987 si giunse alla costituzione di un'associazione culturale denominata "Centro Studi d'Arte Estremo-Orientale". Tra i soci fondatori italiani e giapponesi vi erano professori universitari, direttori di musei, studenti, tutte persone interessate a qualche aspetto della cultura orientale. Il primo problema che abbiamo dovuto affrontare è stato quello de reperimento di una sede adeguata. Dopo lunghe e infruttuose ricerche ci sistemammo in un ufficio nella centralissima via Val d'Aposa, dotato degli spazi idonei a svolgere le nostre attività istituzionali.

Nel 2003, grazie all'amichevole collaborazione del nostro socio Roberto Cornacchia, abbiamo avuto il nostro primo sito web.

Nel dicembre del 2008, grazie a un decisivo contributo della Fondazione del Monte, ci siamo spostati in una sede più ampia, in Via S. Maria Maggiore 1, che ci permette di presentare al pubblico l'intero nostro patrimonio librario..

Nel giugno 2014 la nostra collezione di opere d'arte è stata trasferita, con un contratto di comodato d'uso, al Museo di Palazzo Poggi dell'Università di Bologna, dove una sala ospita una selezione delle opere: queste vengono esposte a rotazione insieme alla Collezione di Stampe Giapponesi della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, che si trova anch'essa a Palazzo Poggi.

Il primo direttore del CSAEO, lo studioso d'arte orientale Hiroshi Kawasaki, si è dedicato con passione al difficile compito della sistemazione e della catalogazione del patrimonio librario che all'epoca ammontava a 2.500 volumi circa. Kawasaki è tornato in Giappone dopo aver lavorato presso il CSAEO per un paio d'anni.
Direttrice del CSAEO è poi divenuta Eiko Kondo, insigne studiosa dell’arte giapponese, scomparsa purtroppo nel 2000.
Attuale direttore è Alessandro Guidi, già docente di Cultura e Arti Orientali all'Università Cattolica.




 

Giovanni Peternolli

President of CSAEO


Per le attività svolte dal CSAEO vedi la sezione Iniziative.

 


24/02/2024

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13/04/2024

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07/05/2024

Ainu: un popolo alla ricerca dell'identità negata

Presentazione del libro a cura di Susanna Marino e Stefano Vecchia

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